La rottura del tendine d’Achille: Comprendere le cause, i sintomi

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Test di forza isometrica per la flessione plantare.

Introduzione al tendine d’Achille

La rottura del tendine d’Achille può essere considerata una lesione molto severa, che se completa richiede un approccio chirurgico immediato e spesso comporta una lunga convalescenza.

Cosa fare per la rottura del tendine d’achille? Il tendine d’Achille, noto anche come il “calcaneare”, rappresenta il più robusto e voluminoso tendine del corpo umano. La sua funzione principale è quella di connettere i muscoli del polpaccio anche noti come tripite della sura al calcagno. Questi muscoli sono il gemello mediale e laterale più superficiali ed il soleo più profondo, entrambi con un’azione di flessione plantare dell’articolazione della caviglia. Questo gruppo di muscoli consente movimenti fondamentali come la corsa, il salto, il mantenimento della posizione bipeda e la semplice deambulazione. Data la sua importanza e l’intensità dell’uso quotidiano, il tendine d’Achille è particolarmente suscettibile a lesioni e infiammazioni in particolari condizione può aumentare molto la suscettibilità di questo tessuto alle lesioni parziali o complete.

La comprensione della struttura e delle funzioni di questo tendine essenziale costituisce il primo passo per prevenire e, se necessario, affrontare la rottura del tendine d’Achille, una condizione che può compromettere significativamente la qualità della vita di un individuo, limitando la mobilità e causando dolore e disagio. E se completa richiederà sempre un trattamento chirurgico immediato, per evitare la retrazione del muscolo.

Comprendere le cause della rottura del tendine d’Achille

La rottura del tendine d’Achille può derivare da una varietà di fattori. Tra questi, l’eccessivo stress meccanico reiterato nel tempo e lo stress applicato dopo un periodo di inattività sono senza dubbio tra le cause maggiormente comuni, promuovendo un degrado del tendine. Questo degrado inizia a ledere la struttura del tendine, il quale perde la sua struttura originaria diventando più fragile fino a rompersi completamente. Attività come la corsa, il salto e movimenti improvvisi che esercitano una pressione intensa sul tendine possono causarne la lacerazione. Nonostante si sono riportati anche casi di pazienti i quali hanno sofferto questa lesione da farmi, senza quindi aver sollecitato la struttura. Anche l’invecchiamento gioca un ruolo cruciale, poiché con il passare degli anni, il tendine perde elasticità e diventa più suscettibile a lesioni.

I fattori di rischio includono la rottura del tendine d’Achille anche specifiche condizioni mediche e l’utilizzo di determinati farmaci. Malattie che compromettono la circolazione sanguigna o la qualità del tessuto connettivo possono pregiudicare l’integrità del tendine, aumentando il rischio di lesioni. Analogamente, alcuni farmaci possono indebolire il tendine, rendendolo più vulnerabile a rotture.

I fattori di rischio includono la rottura del tendine d’Achille

  • Età
  • Diabete
  • Sport (corsa o salto)
  • Alcuni farmaci (fluorichinoloni, statine e steroidi)
  • Inattività

Riconoscere i sintomi della rottura del tendine d’Achille

I sintomi associati alla rottura del tendine d’Achille sono distintivi e generalmente riconoscibili. Un segnale immediato di rottura è spesso descritto come una sensazione simile a un colpo o una pietra lanciata contro il tallone, questo sintomo è il più comune che descrivono i pazienti, infatti essendo un tendine molto spesso e duro, la sua rottura genera un rumore intenso paragonabile a quello di uno schiocco di frusta. Questo è tipicamente seguito da dolore acuto nella parte posteriore della gamba o del tallone, che può limitare gravemente la capacità di camminare o caricare peso sull’arto interessato.

In molti casi, è possibile osservare gonfiore intenso a livello del piede e della caviglia o un evidente divario nel punto in cui il tendine si è rotto, ossevando un vuoto caratteristico sopra al calcagno. La limitazione del movimento, insieme alla difficoltà di flettere il piede verso il basso o di “spingere” contro la resistenza, sono ulteriori indicatori di una possibile rottura del tendine d’Achille.

Diagnosi della rottura del tendine d’Achille

La diagnosi di una rottura del tendine d’Achille si basa su un esame fisico dettagliato e, spesso, sull’impiego di tecniche di imaging biomedico come la risonanza magnetica. Durante l’esame fisico, il medico può eseguire il test di Thompson o squeeze test, una procedura che valuta la capacità di movimento del piede in assenza di tensione attiva sul tendine. Per realizzare questo semplice test, il medico farà stendere pancia in giù il paziente, e stringerà il polpaccio, il test è positivo quando non si produce alcun movimento nel calcagno e nel piede. Ciò è segno che il polpaccio non è più collegato in alcun modo al calcagno, e quindi che la rottura del tendine d’Achille è completa o comunque molto seria.

Per confermare la diagnosi, valutare l’entità della lesione e la distanza che separa il calcagno del tendine. In questo caso possono essere richiesti ulteriori esami, come l’ecografia o la risonanza magnetica (RM), essendo spesso la seconda preferita rispetto alla prima, per la sua completezza. Questi strumenti di imaging forniscono immagini dettagliate della struttura del tendine, consentendo ai professionisti sanitari di determinare con precisione la localizzazione e la gravità della rottura.

Opzioni di trattamento per la rottura del tendine d’Achille

Il trattamento della rottura del tendine d’Achille varia in base alla gravità della lesione e alle specifiche esigenze del paziente. In generale, le opzioni terapeutiche possono essere suddivise in interventi chirurgici e trattamenti non chirurgici.

La scelta tra queste opzioni dipende da diversi fattori, tra cui l’età del paziente, il livello di attività, le condizioni di salute generale e le preferenze personali. Mentre il trattamento chirurgico può offrire una maggiore probabilità di recuperare la piena funzionalità del tendine, le opzioni non chirurgiche presentano minori rischi di complicazioni post-operatorie.

Si configura quindi una scelta clinica delicata che sarà compito del medico ortopedico insieme al paziente prendere, questa defisione dovrebbe essere ponderata anche secondo il grado di rottura e le necessità funzionali del paziente.

Chirurgia per la rottura del tendine d’Achille

L’intervento chirurgico per la riparazione del tendine d’Achille rotto è generalmente considerato per i pazienti più giovani e attivi anche se non esclusivamente. Infatti se la rottura è completa questo intervento è consigliabile in tutte le fasce di età.

Per coloro che desiderano mantenere un alto livello di attività fisica o per le rotture complete infatti il trattamento chirurgico, rimane la prima opzione da tenere in considerazione per ritornare allo sport in maniera sicura.

La procedura prevede la sutura del tendine lacerato attraverso una perticolare sutura realizzata del chirurgo ortopedico, il quale deve assicurare attraverso questa procedura una tenuta duratura della struttura. Questo viene seguito da un periodo di immobilizzazione con tutore walker per consentire la guarigione, questo processo dura circa 2 settimane, ma il tempo necessario è sempre a discrezione del chirurgo ed è influenzato da molteplici fattori.

Diverse tecniche chirurgiche possono essere impiegate, tra cui l’approccio aperto, in cui si effettua una singola grande incisione lasciando scoperto il campo chirurgico. L’approccio aperto però genera una vistosa cicatrice che può generare aderenze, ritardando il recupero del movimento. Oggi giorno però si può optare per tecniche meno invasive, come l’approccio percutaneo, che utilizza incisioni più piccole, similari a quelle realizzate per le pratiche di artroscopia. La scelta della tecnica dipende dalla specifica situazione del paziente e dalla preferenza del chirurgo ortopedico.

Trattamenti non chirurgici

Per i pazienti con rotture meno severe, e che non coinvolgono l’interezza del tendine o per coloro che presentano controindicazioni all’intervento chirurgico, esistono diverse opzioni di trattamento non chirurgico. Questi metodi si concentrano sulla riduzione del dolore e sull’incoraggiamento della guarigione naturale del tendine attraverso l’immobilizzazione, la fisioterapia o in alcuni casi se il medico lo considera necessario possono somministrarsi infiltrazioni.

L’immobilizzazione può essere ottenuta mediante l’utilizzo di stivali ortopedici o gessi, che mantengono il piede in una posizione che favorisce la guarigione del tendine, nonostante questo approccio è sempre il meno praticato, in quanto non è risolutivo. La fisioterapia gioca un ruolo cruciale nel ristabilire la forza e la flessibilità del tendine, prevenendo al contempo future lesioni. Nel paragrafo che segue vedremo in cosa consiste una riabilitazione per la rottura del tendine d’Achille

Riabilitazione e recupero dopo la rottura

Il percorso di riabilitazione e recupero dopo una rottura del tendine d’Achille è fondamentale per garantire il ritorno alla piena funzionalità dell’arto. Indipendentemente dall’approccio terapeutico scelto, la riabilitazione richiede tempo, pazienza e dedizione.

Il processo di recupero può variare da pochi mesi a un anno, a seconda della gravità della lesione e del metodo di trattamento applicato, essendo il metodo chirurgico anche quello che richiede una riabilitazione più lunga. Durante questo periodo, è importante seguire attentamente le indicazioni del team medico e del fisioterapista, evitando attività che potrebbero mettere a rischio la guarigione del tendine.

È fondamentale infatti valutare la forza e la mobilità di muscoli flessori della caviglia per avere un punto di partenza.

Dopo di chè il fisioterapista formulerà un programma di riabilitazione volto a migliorare la competenza di muscoli e tendini. Questo si realizza attraverso contrazioni muscoli che in genere seguono il seguente ordine: isometriche, concentriche ed eccentriche. Progredendo successivamente verso azioni specifiche dello sport nel caso del paziente sportivo

Il fisioterapista poi può valutare l’uso di alcune terapie fisiche come le onde d’urto, la tecar terapia o laserterapia

Prevenzione della rottura del tendine d’Achille

La prevenzione gioca un ruolo chiave nel ridurre il rischio di rottura del tendine d’Achille. Mantenere una buona flessibilità e forza muscolare attraverso esercizi specifici può aiutare a proteggere il tendine da lesioni, inoltre una valutazio attenta attraverso le piattaforme di forza è in grado di individuare fattori di rischio per la rottura del tendine d’achille. Inoltre, è importante evitare aumenti improvvisi dell’intensità o della durata dell’attività fisica, che possono sovraccaricare il tendine. Infatti la programmazione del carico è la chiave per la prevenzione e per la gestione di tutte le alterazione tendinee, indipendentemente dalla regione anatomica

L’uso di calzature adeguate, che offrano un buon supporto e ammortizzazione ed una tecnica di corsa adeguata, può anche ridurre lo stress sul tendine d’Achille durante le attività quotidiane e l’esercizio fisico, anche la scelta del terreno sul quale correr potrebbe giocare un ruolo importante, prediligendo terreni come asfalto infatti le vibrazioni sul tendine aumentano e così lo stress. Infine, prestare attenzione ai segnali del proprio corpo e concedere tempo per il recupero dopo l’attività fisica sono passi fondamentali per prevenire lesioni.

Conclusioni

La rottura del tendine d’Achille è una condizione seria che richiede un’attenzione immediata e un trattamento adeguato. Comprendere le cause, riconoscere i sintomi e conoscere le opzioni di trattamento disponibili sono passi essenziali per affrontare efficacemente questa lesione. Con l’approccio terapeutico corretto e un percorso di riabilitazione dedicato, la maggior parte delle persone può aspettarsi di tornare alle loro attività quotidiane e sportive e si possono evitare fastidiose aderenze articolari dovute al ritardo nell’intervento.

Per coloro che desiderano ulteriori informazioni o hanno bisogno di consultare un professionista per una valutazione della loro condizione, si raccomanda di prenotare una consulenza gratuita. Questo passo può fornire le basi per un percorso di recupero informato e personalizzato, offrendo le migliori possibilità di un esito positivo.

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